Finisterre – Un Italiano in Bretagna

Finisterre – Un Italiano in Bretagna

Rivista di turismo, cultura e vacanze per gli italiani che amano la Bretagna

FinistèreVacanze

Vacanze da sogno a Crozon

***Penisola di Crozon – Ho sognato una settimana di vacanze alla penisola di Crozon. “Ca tombe bien”! (Capita a proposito), Le vacanze estive si avvicinano e il sogno protrebbe interessare qualche italiano in cerca d’idee per l’estate.
L’articolo è lungo, scritto senza grassetto come un racconto, però ci sono le figure ogni tanto.

  Dove si trova?


 Da fare da vedere
Bagni sulle spiagge dell’Aber, visita della Plage de la Palue (attenzione spiaggia pericolosa bagni vietati), Plage de Lostmarc’h (naturista in parte), escursione e bagno alla spiaggetta di Saint Hernot o Ile Vierge, plage de Véryac’h a Camaret. Visita a tutte le punte: Cap de la Chevre, Pointe de Dinan, Pointe de Pen Hir*** con i “Tas de Pois”, Pointe des Espagnols. Visita dei paesi Crozon e Camaret-Sur-Mer. Escursioni molteplici sul sentiero costiero.
 Consigli per gli acquisti
Mercato da non perdere, tutti i giorni ma soprattutto al sabato alla piazza della chiesa a Crozon.
 Dove mangiare e dormire

  • La Grange de Toul Boss 1 Place Ys, 29160 Morgat, Crozon tel 02 98 26 02 60 – Istituzione a Morgat, è qui che il sottoscritto mangiò le sue prime cozze con patatine fritte quando era ancora un semplice turista decine di anni fa.
  • Créperie Le Korrigan Plage de Postolonnec, 29160, Crozon tel 02 98 27 14 37 – Buona creperia con vista incredibile grazie alla posizione invidiabile sopra la spiaggia di Postolonnec. Il tramonto è strepitoso quando fa bello.
  • Hotels, Gites e Bed and Breakfast – Molte possibilità, meglio consultare il sito dell’ufficio di turismo della penisola

“Manca molto”?
Matteo è stanco ma resiste stoicamente, povero, abbiamo preso l’aereo da Milano che poi è Bergamo alle 6:20 fino a Parigi, che poi è Beauvais, poi la navetta fino a Parigi poi la metro poi il TGV dopo un panino alla stazione di Montparnasse. Bello il TGV quasi come la Freccia Rossa, a parte il caffè del bar che fa schifo e costa una follia come il resto. L’automobile in affitto funziona bene in fondo sti francesi se la cavano con le auto, poi comodissima l’agenzia proprio accanto alla stazione di Brest. Dopo una mezz’ora da Brest verso sud siamo usciti a Le Faou (il pazzo?) e la strada corre veloce accanto al mare della rada di Brest
“Papà è l’Atlantico questo mare?” Matteo parla eccitato, e sveglia Camilla che dormiva da appena fuori Brest.
“Non proprio Matteo, siamo sulla rada, un golfo abbastanza grande chiuso da quasi tutti i lati salvo per un canale che si chiama collo di bottiglia un nome che è tutto un programma. Pensa che quando la corrente di marea esce dalla rada, non si può entrare  a meno di avere una barca con dei motori molto potenti.”
La strada curva a gomito sulla sinistra e costeggia uno specchio d’acqua con vecchi battelli militari e poi il ponte all’improvviso bellissimo ….. in curva.

Il ponte in costruzione

Il nuovo ponte di Térénez l’unico ponte in curva al mondo stupendo con i due piloni in obliquo  e i cavi d’acciaio.
Arriviamo a Tal Ar Groas e giro a sinistra per scendere verso il sito del Forno a Calce o spiaggia dell’Aber.” Papà , papà , facciamo il bagno?, dai guarda che belle onde, poi non c’è nessuno!” Non c’è nessuno perché sono le 8 di sera, Camilla dovrà  aspettare dobbiamo prendere la casa in affitto avevamo detto prima delle nove di sera, la signora Quintric ci aspetta.

La spiaggia è bella e grande e le onde, anche se non sono enormi sono invitanti effettivamente.
La signora Quintric ci aspetta davanti alla casa con le braccia conserte e un aria sorprendentemente da professoressa.
“Bonjour madame, vous avez fait bon voyage?” Non so se madame Quintric ha capito chi parla meglio francese in famiglia, o se il matriarcato bretone funziona anche per i turisti, sta di fatto che si rivolge sempre a Barbara, facendo strada e mostrando la casa, io faccio in tempo a prendere una foto. Meno male che l’ufficio di turismo di Crozon ci ha spedito il depliant con tutti i bed an brekfast, cercavamo una casetta caratteristica vicino al mare, e a quanto pare l’abbiamo trovata, a meno che la signora Quintric decida di affittare solo a Barbara mandandomi a vivere sotto il ponte (curvo) di Terenez.

Barbara mi spiega che siamo nel quartiere di Porzic che appartiene al comune di Crozon, tra Crozon e Morgat, Morgat essendo come dire la Marina di Crozon. La spiaggia di Porzic è a 200 metri. Camilla e Matteo sono gia spariti verso il mare. Li seguo, il quartiere fa un po’ residenziale da seconda casa. Belle ville e qualche casetta mescolate democraticamente. Sotto una scaletta la spiaggia piccola con sabbia e sassi e mare blu dipinto di blu.

Barbara arriva e dice laconica: “Mi sa che la cucina è vuota non c’è niente da mangiare domani facciamo la spesa ma stasera andiamo a mangiare les crepes. Bella la spiaggia, andiamo che ho fame?” Che il matriarcato bretone sia contagioso?


Secondo giorno, spesa. La regola delle case in affitto non cambia.
La fedele piccola Peugeout ci conduce al grande supermercato Leclerc. Ci conduce, la fedele Peugeout ma bisogna avere pazienza perché la strada è disseminata di sorelle della fedele, condotte da crozonesi di una certa età  che non vedono proprio perché si debba superare i 40 km/h tanto fino a mezzogiorno c’è tempo. Colpa nostra siamo ancora malati di città  così mentre Barbara guida sbuffando dietro il vecchietto io guardo le case bretoni tutte uguali e tutte diverse col giardino davanti tagliato all’inglese, mancano solo i nani, da giardino appunto.

L’ufficio di Turismo fa eccezione tutto tondo prostrato in avanti. Al supermercato dopo aver assicurato la spesa obbligatoria dei generi di prima necessità, ci lasciamo andare un po’ dietro a biscotti al burro, crèpes, sidro. Barbara si compra una marinara a righe blu e bianche cosi’ siamo timbrati “turisti” per tutta la settimana. Io compero un bodysurf su consiglio di Matteo che aveva visto le foto dei “bodysurfisti” su internet. Non so se il bodysurf fa il monaco ma scelgo un bodysurf da adulto e una maglietta da bagno perche Matteo dice che ci vuole per non grattarsi il petto (villoso o glabro che sia). Infornata la casetta con la spesa decidiamo di andare al mare, e per non sbagliare andiamo alla spiaggia dell’Aber vista la sera prima arrivando.

Sorpresa! La spiaggia è molto ma molto piu piccola, cioè non piu’ piccola nella lunghezza ma piuttosto nella larghezza insomma il mare si è avvicinato di parecchie decine di metri. Io sono sorpreso ma Barbara mi spiega calmamente che è per via della marea. A Viserbella la marea alta fa 50 cm e in bretagna fa 500 metri. Le spiagge appaiono e scompaiono due volte al giorno. Matteo e Camilla non si pongono simili questioni esistenziali e sono gia a mollo. Io seguo con andamento fiero dicendomi “anche se è fredda faccio finta di niente e entro come se niente fosse”. Ho letto da qualche parte che gli uomini si giudicano da come entrano in acqua e le donne da come ne escono. Malgrado il mio coraggio il primo piede nell’oceano mi “fredda” sul posto. Rispetto alla temperatura di Viserbella ci mancano almeno dieci gradi. Mentre rifletto sul metodo di entrata in acqua, sciacquandomi il petto come mio padre, o entrando piano piano con le braccia in alto come mia madre, arriva un onda che mi bagna fino ai capelli. Le onde dell’oceano sono un altra cosa rispetto a quelle del mediterraneo. Hanno piu’ “forza”. Anche un onda di 50cm ha abbastanza forza per ricoprirti fino ai capelli. “Papà , papà , guarda come corro!” Matteo passa come un lampo sul bodyboard seguito dalla cresta dell’onda. Ma come fanno i ragazzi a non avere freddo! Io saluto con la mano come se fossimo alla giostra, un po’ attonito appena prima di farmi ricoprire dall’onda che segue.

Alla sera facciamo un giro a Morgat la marina di Crozon, passiamo davanti a La Grange Toul le Boss dove abbiamo mangiato benissimo la sera prima, poi arriviamo al porto per una crepes da passeggio. Li ci sono due casotti che propongono delle gite per visitare le grotte marine della punta del Capo della Capra (scritto Cap de la Chevre suona meglio). Mi ripropongo di valutare la gita domani anche se abbiamo già  un programma intenso per la settimana.


Terzo giorno, andiamo alla caccia della spiaggia più bella d’Europa! L’ho letto da qualche parte e sulla foto che accompagnava l’articolo, sui vedeva una spiaggetta che sarebbe potuta essere in Corsica o Croazia. Secondo me è una bufala penso, ancora un espediente per attirare turisti. Ci incamminiamo sul sentiero bellissimo del “Bois de Kador” proprio in continuità del lungomare dopo il porto di Morgat. Pini marittimi e scorci di mare blu ci trasportano come per incanto sul Mediterraneo e quando la spiaggetta arriva non mi sorprendo neanche più di tanto. La discesa dal sentiero costiero è ardua. Matteo e Camilla sono eccitati e devo fare il carabiniere per mantenerli calmi e prudenti. Il bagno si rivela insospettatamente piacevole complice il colore cristallino dell’acqua e gli scogli e le grotte. Magari la prossima volta mi prenderò una maglietta e calzoncini da bagno quasi come una muta e soprattutto dei sandali da spiaggia che con tutti i sassi benché rotondi non si riesce a camminare a piedi nudi.

Nel pomeriggio andiamo a Camaret paese sulla costa che è ancora più bello  di Crozon e di Morgat. La famose Torre di Vauban si staglia da 300 anni a protezione del porto tutta rossa.

La tour Vauban a Camaret-Sur-Mer, da notare sullo sfondo a sinistra, il faro di Minou.

Il lungomare lungoporto, è un po’ assalito dai turisti. Quando vado in vacanza cerco di evitare i posti troppo turistici, attitudine leggermente schizofrenica visto che essendo io stesso un turista finisco per cercare di evitare me stesso. “Bref,” come direbbe la signora Quintric, prendo Barbara per la mano e giriamo a sinistra in una viuzza che ci porta al quartiere degli artisti con le “boutiques” dove sono esposti quadri e oggetti artistici in vendita. Qui si comincia una disquisizione con Barbara e i figli tra cosa è bello e cosa non lo è. Crosta o non crosta questo è il problema, sono tentato da qualche acquarello dai toni Gauguiniani ma i prezzi mi raffreddano peggio dell’acqua dell’oceano e quindi optiamo per un ristorante dove mangiamo cozze e patatine fritte e una birra bretone alla spina. Dormiremo bene come tutte le notti.


Quarto giorno, siamo in versione surf! Nessuno in famiglia riesce a districarsi stando in piedi sulla tavola. Non io in ogni caso al massimo riesco a farmi portar via da qualche onda stando sdraiato sul bodyboard. Oggi però andremo alla “Plage de la Palue” per vedere gli altri, quelli con i capelli lunghi e biondi con le righe sotto gli occhi, ascoltando obbligatoriamente i Beach Boys con Surfing Safari. Arrivati alla spiaggia, con binocoli e macchine fotografiche e…non c’è nessuno. Cioè c’è uno che sta andando via con la tavola sul tetto dell’auto che  ci spiega che non è l’ora adatta che l’indice di marea non quaglia con il vento. Delusi ma impavidi continuiamo sulla costa camminando sul sentiero. La vista è magnifica. Anzi le viste sono magnifiche e lo sguardo corre in ognidove perdendosi lontano.
Anche Barbara guarda lontano e dice laconica: “guardate il mucchietto di piselli”. Matteo cerca per terra e la mamma spiega che si tratta del nome di una serie di scogli che si vedono in lontananza.
Io dico che è strano chiamare uno scoglio “mucchietto di piselli” e Barbara dice: “perché faraglioni invece va benissimo?”.


Quinto giorno andiamo in cerca del mucchietto di piselli. Ovvero dei “Tas de Pois”, sito emblematico, il più famoso della penisola. Con la fedele Peugeot che in fondo ha fatto pochissimi chilometri, puntiamo di nuovo verso Camaret-sur-Mer e poi verso la punta di Pen Hir e il mucchietto appunto di rocce piselli gettato sul oceano come da un seminatore gigante. La punta come tutte le punte ha quel non so che fine della terra. Il cielo è sereno e la visibilità è buona e si vede distintamente la punta di San Matteo a nord e la punta Du Raz a sud. Siamo nel mezzo della forchetta della Bretagna e spiego tutto quanto ai figli con sfoggio di allegorie culinarie tra forchette e mucchietti di piselli.
Barbara guarda e dice: “fa paura”

Panorama della Pointe de Pen-Hir – Luca Lorenzi – Wikimedia

Sesto giorno l’ultimo. Domani si parte e oggi si resta a Morgat, alla spiaggia familiare con i giochi da spiaggia e le giostre con il pompon da prendere che si guadagna un giro gratuito. Sul lungomare verso il porto, una mega-bancarella rilascia effluvi di caramello e cioccolato. Attrazione irresistibile vado come un automa dietro al mio naso e scopro che il profumo viene da un macchinario fumante, come una pressa che scalda una pastella. Il risultato è una meraviglia di cialda quadrettata che viene riempita a domanda da cioccolato, caramello, panna montata, zucchero a velo. Addento e ritorno indietro istantaneamente al bombolone alla crema dopo il bagno che mi comprava la nonna alla spiaggia di Follonica.  Eppure la “gauffre” non ci assomiglia al bombolone ne per cottura aspetto e ingredienti. Forse è colpa di Matteo che scalpitando per averne una, fa scattare l’amarcord.  Mangiamo seduti sulla panchina guardando la spiaggia e il paese con la fila di case bretoni color base crema e finestre e infissi con toni blu più o meno scuri. Architettura semplice codici colori ripetuti ma diversificati. Il risultato è gradevole come un quadro dai colori pastello.  Torniamo alla casa della signora Quintric per preparare le valige e sistemare e pulire sommariamente. Anche se le pulizie di fine settimana sono comprese nel prezzo. Altra regola delle case in affitto, la sera prima della partenza si mangia fuori. Andiamo alla creperia Le Korrigan sulla scogliera sul mare fuori Morgat in direzione plage de l’aber vista splendida con tramonto compreso nel prezzo. Di ritorno verso casa, passiamo davanti all’unica discoteca del posto La Potinière. Mi viene voglia di andare con Barbara poi guardo i figli dietro e mi convinco che il bello della vita sta nel passare del tempo.


3 pensieri riguardo “Vacanze da sogno a Crozon

  • Menez-Hom non va dimenticato. E’ considerato la “porta” del Crozon. E’ un rilievo insignificante in quanto alto 333 metri, ma costituisce la seconda cima della Bretagna ed è un luogo sacro fin dalla preistoria. La sua cima è solcata da mura misteriose: antiche mura di luoghi di culto?, fortificazioni?, opere del diavolo? Tutto è possibile dice il cartello esplicativo, che riporta anche informazioni sul culto delle divinità, una delle quali era il dio Belen, il brillante, divinità solare venerata sulle alture, e alla quale il primo di maggio viene consacrato il fuoco sacro “Belten” (il fuoco di Bel).
    Dalla sua cima si gode uno splendido panorama sulla penisola. A settembre i suoi fianchi sono accesi dai gialli e rosa della vegetazione. Uno spettacolo di colori.

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    • Grazie Paola per il commento che aggiunge informazioni importanti all’articolo. Forse mi sono svegliato troppo presto e il sogno non era finito..

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  • La bella Crozon! C’è un posto però che avete mancato e che io personalmente adoro: L’abbazia di Landévennec. Risalente al V secolo d.C. è una delle più antiche e importanti testimonianze del monachesimo Irlandese in Bretagna.

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