Finisterre – Un Italiano in Bretagna

Finisterre – Un Italiano in Bretagna

Rivista di turismo, cultura e vacanze per gli italiani che amano la Bretagna

Vivere

Andare a vivere in Bretagna – come si cura la bretonite acuta

(trattasi di un articolo pubblicato qualche tempo fa poi perduto e ritrovato negli anfratti del computer del redattore. Rivisto nel febbraio 2016)
 
La frase del sottotitolo l’ho presa in prestito alla lettera du un lettore.
 
Visto il numero crescente di Italiani che sognano, progettano, riflettono di venire in Bretagna per viverci, la redazione di Finisterre mette a disposizione un dossier “migratorio”.
 
La foto sopra è stata scattata dal redattore in un pomeriggio di novembre verso le 16:00, vicino a Brest. Si vede l’entrata della rada omonima col faro detto “petit minou” gattino. Luce naturale foto non truccata solo un po schiarito il faro per poterlo vedere alla “luce” del pomeriggio.
 

Piantiamo il decoro come dicono i francesi, che vuol dire descriviamo la scena, la situazione (decoro come a teatro, non decoro come “stai composto”…poi chissà  perché un decoro si pianta…). Piantiamo il decoro quindi: oggi sabato 6 novembre il sottoscritto stà  pianottando sulla tastiera del computer di fronte alla finestra. Sono le 10:15, piove, anzi piovicchia, strano non c’è vento. Il redattore di finisterre ripensa alla lettera del lettore che parlava di bretonite acuta e pensa che per essere sicuri che la bretonite acuta diventi cronica bisognerebbe fare la prova del mese di novembre. Non per niente i bretoni chiamano “Mizdu” (mese nero) il mese di novembre, poca luce spesso vento e pioggia. Gli italiani che sognano di venire a vivere in bretagna dovrebbero provare a venirci per il mese di novembre.

Fatte le doverose avvertenze, per quelli che stoicamente restano vogliosi di flussi migratori celtici, ecco una serie di paragrafi per permettono realmente, praticamente,  di progettare il grande passo.

  • Lingua Francese
    Conoscere la lingua, parlo del francese, il bretone non lo parla quasi piu’ nessuno, mi sembra un requisito indispensabile, sopratutto se volete lavorare in Bretagna. A meno che non siate ricchi di partenza in qual caso potrete fare a meno di lavorare e quindi di parlare francese (anche se almeno per comprare una baguette alla panetteria….).
    Per imparare o migliorare il francese tutto va bene: corsi, televisione, chat internet, conoscevo una coppia che si obbligava a parlare francese una volta a settimana da mattina a sera, una giornata in immersione totale con televisione e giornali francesi, divieto di dire una sola parola in italiano al massimo le mani. Su internifiet esistono risorse disponibili oppure si puo iscriversi a scuole o centri di cultura come L’Institut Francais a Milano.
    Se si vuole imparare il francese una volta già in Bretagna, esiste  un  centro di studi delle lingue vicino a Brest in un paese con vista mare: Il Centro Internazionale di Studi delle Lingue a Le Relecq Kerhuon.
    A proposito: quando parlate francese con l’accento italiano i francesi vanno in brodo di giuggiole dicono che abbiamo un accento che “canta”.
    Una volta imparato il francese, tenendosi un po’ di accento e la “r” arrotolata, bisogna pensare al lavoro e alla casa.

  • Trovare lavoro in Bretagna
    Prima di tutto un po’ di vocabolario, i francesi sono abituati a usare sigle, CDI (pronuncia sedeì): contratto a durata indeterminata, è la chimera di ogni giovane in cerca di lavoro, il posto fisso, un contratto che apre le porte della Banca per i prestiti casa e automobile. CDD (pronuncia sededé): contratto a durata determinata cioè a termine, quando va bene il sededé si trasforma in sedeì cioè è usato un po’ come periodo di prova prolungato, altrimenti è usato spesso nel settore del turismo e della ristorazione per far fronte a un bisogno stagionale. Interim: sono contratti  fatti con agenzie specializzate per missioni a tempo determinato, si lavora qualche mese come missionato dalla agenzia di Interim. Per trovare lavoro su internet segnalo il sito di “Pole Emploi”, l’equivalente dell’ufficio di collocamento italiano. Altrimenti per la Bretagna il sito del giornale Ouest France, il quotidiano più diffuso di Francia, offre un sito di annunci ben fatto e aggiornato.logo-of-167x72
    Una piccola statistica fatta dalla redazione il 4 dicembre 2014, su Pole Emploi cercando annunci per la Bretagna: 150 annunci sopratutto Commercio (33), Servizi alla Persona (23) e Ristorazione (20).
    A proposito dei Servizi alla Persona, con l’invecchiamento della popolazione, questo settore si è ingrandito e ha beneficiato di uno statuo nuovo: Il CESU (cheque emploi service).  Uno statuto adatto per quelli che lavorano nei servizi domicilio (pulizie, babysitter, assistenza). anche con molteplici datori di lavoro, perché permette di essere “in regola” cioé avere i diritti alla assistenza, assicurazione e  pensione come lavoratore. Per i privati datori di lavoro il CESU da diritto a riduzioni fiscali molto interessanti.
    Se progettate di aprire un’attività imprenditoriale a livello individuale, la Francia si é dotata recentemente di un nuovo statuto di impresa: “l’auto entrepreneur”. Le pratiche per iniziare sono estremamente ridotte, costi di iscrizione di qualche decina di euro, esenzione della TVA (l’IVA francese), in un giorno alla camera di commercio o su internet con una carta d’itentità, siete iscritti con il numero di partita IVA (SIRET) e potete cominciare a lavorare.
    Anche se la crisi stà passando anche di quà, i settori del turismo alberghiero, ristorazione, edilizia e servizi sembrano quelli piu promettenti per un italiano che cerchi lavoro. Naturalmente queste considerazioni valgono per un “candidato” senza specializzazioni particolari, il sottoscritto lavorava in Italia nel settore farmaceutico e ha trovato all’epoca abbastanza facilmente la stessa posizione in Bretagna.
    Qualunque scelta sia fatta, un consiglio, meglio prevedere un po’ di “ossigeno” (leggi soldi, denaro) per tenere 6 mesi e una possibile via di ritorno aperta. Il sottoscritto all’epoca chiese 6 mesi di aspettativa e si tenne la casa in italia fino a quando fu sicuro che l’operazione “migrazione bretone” era ben partita. A proposito di casa:
  • Trovare Casa in Bretagna
    Trovare casa in Bretagna è facile e difficile allo stesso tempo. Facile perché l’offerta non manca e i prezzi sono piu’ bassi (sicuramente per le case) di quelli delle altre regioni di Francia e anche dell’Italia almeno per i prezzi delle regioni del nord. La difficoltà può venire dall’affitto cioè dal fatto che le agenzie immobiliari chiedono sistematicamente delle referenze e un contratto di lavoro effettivo per affittare almeno per le case vuote. In un primo tempo bisognerà quindi trovare piuttosto una sistemazione in una casa arredata turistica.  Ci sono molti siti internet che si occupano di annunci immobiliari, qui ho messo il sito del giornale Ouest France oppure SeLoger.com ma sono solo degli  esempi. Per le case tipo gite anche Airbnb può essere d’aiuto. Più facile paradossalmente é comprare una casa. in quel caso basta avere i soldi (…). Una casa con giardino costa dalle 200mila in su a Vannes, un po meno a Brest. Se vi piace la campagna e anche il bricolage, con un po di pazienza si possono trovare ruderi da ristrutturare.
    longere-et-corps-de-ferme-a-vendre-plouider-8379320_2_39F99DD7893F9E185AF3D3671C1B7C0E3467654F_px_623_Nella foto accanto, sempre su Ouest france Immo, alla stesura dell’articolo (ma forse domani non ci sarà più), alla modica cifra di 61.000 euro, completamente da ristrutturare a Plouider comune vicino al mare e a Brignogan Plage nota per le spiagge di sabbia bianca e acqua cristallina, e dove (digressione gastronomica) esiste uno dei migliori ristoranti della zona di Brest: La Butte.
  • Permessi di soggiorno, assistenza sanitaria e burocrazia variaLa Francia e quindi la Bretagna, e L’Italia appartengono allo Spazio Economico Europeo (SEE). Questo offre molti vantaggi al cittadino italiano che vuole trasferisri in Francia. In seguito traduco dal sito del “Service Publique Français” così sono sicuro di non sbagliare (in corsivo):
    Soggiorno fino a 3 mesi: Se siete cittadini di un paese dello Spazio Economico Europeo (SEE) o della Svizzera, potete circolare e soggiornare liberamente per un periodo di 3 mesi in Francia. Potete essere accompagnati dai membri stretti della vostra famiglia. Questo diritto di libera circolazione e di soggiorno fino a 3 mesi vi é riconosciuto quale sia il motivo del vostro soggiorno: turismo, stage, impiego di breve durata… Può tuttavia essere limitato. Per entrare nel territorio Francese é sufficente il passaporto o la carta d’identità. Anche se i membri della vostra famiglia non sono cittadini Europei possono soggiornare in Francia con alcune particolarità (vedi il sito ufficiale).
    Soggiorno per lavoro più di 3 mesi fino a 5 anni: in quanto cittadino dello SEE, siete liberi di soggiornare e di lavorare in francia. potete esercitare una qualsiasi attività professionale dipendente  o indipendente (salvo alcuni impieghi pubblici e sotto certe condizioni, le professioni regolamentate). Non avete bisogno del permesso di soggiorno ne permesso di lavoro. Se siete studenti o semplicemente inattivi, dovete pagarvi una assicurazione di assistenza sanitaria e garantire di avere dei mezzi di sussistenza. Dal momento che esercitate un attività professionale, pagando i contributi, scattano i diritti alla assistenza sanitaria, pensione e assicurazione disoccupazione. Dopo 5 anni di attività e/o soggiorno in Francia si puo ottenere un diritto di soggiorno permanente.
    Italiano all’estero iscrizione all’AIRE: i cittadini Italiani che risiedono all’estero per più di 12 mesi, devono iscriversi all’AIRE, l’Anagrafe Italiani residenti all’estero. L’iscrizione all’AIRE da diritto al voto per corrispondenza per le elezioni politiche e referendum, permette di avere documenti di identita e certificazioni. La Bretagna dipende dal Consolato Generale d’Italia a Parigi.
  • Conclusione, piano strategico
    Facciamo un piano. I francesi chiamano “jour J” il giorno fatidico di un programma. Quindi ipotiziamo un trasferimento nel giorno “J”.
    J-2anni: esame delle motivazioni confronto con i membri della famiglia (se la famiglia parte per la Bretagna è meglio se siete tutti d’accordo). Due anni prima del giorno “J” si incomincia a studiare seriamente il francese si fa un progetto professionale specifico per tutti i membri della famiglia in età lavorativa, e un progetto di studi per i figli. Si incomincia a confrontare il progetto professionale con le possibilità e le offerte su internet.
    J-1anno: si fanno economie per poter vivere 6 mesi senza guadagnare niente. Si organizzano uno o più soggiorni in Bretagna per le vacanze e anche in altri periodi dell’anno (la famosa prova di Novembre). Si continua a progettare l’attività professionale, si prepara un CV in francese nonche lettera di motivazione. Si valuta la possibilità di avere un periodo di aspettativa di 6/12 mesi se si é dipendenti. Si identifica una data precisa, per esempio giugno dopo la fine della scuola se si hanno figli in età scolare e se si vuole cominciare a lavorare nel turismo, ristorazione. Ci saranno più offerte per l’estate e i figli cominceranno l’anno scolastico in Bretagna. Si sceglie un altro periodo dell’anno se si é visto che le offerte di lavoro sono più frequenti.
    J-6mesi: il progetto professionale é sufficentemente definito, si incomincia a rispondere a qualche annuncio per farsi “la mano”. Non pensate di ottenere un lavoro dall’Italia a meno di avere un profilo professionale specifico (il direttore dell’aeroporto). Il sottoscritto ha cercato per mesi rispondendo a annunci specifici ma quando viaggiava da Bergamo a Rennes per sostenere un primo colloquio, le risposte erano negative.
    J-3mesi: Si é identificata una città o provincia o zona che servirà da punto di atterraggio. si cercano case o appartamenti in affitto, si cerca un amico a cui affittare/affidare la casa in Italia. Appartamenti in affitto ammobiliato naturalmente. Eventualmente in un primo tempo per il capofamiglia che cerca lavoro.
    J: Si parte, con la macchina e i materassi sul tetto (scherzo i materassi sono buoni anche qui). Il primo mese si vive e ci si abitua al posto, clima ecc. come se si fosse in vacanza. Poi si incomincia a mettere in pratica il progetto professionale, ricerca lavoro oppure lancio dell’attività profesionale, imprenditoriale.
    J+6mesi prima ipotesi: Si é trovato lavoro, attività professionale cominciata e funzionante, i figli parlano francese come se fossero nati qui. Il clima é formidabile e l’acqua del mare pura e rinvigorente. Si vende la casa in Italia e si cerca una casa in Bretagna ci si iscrive all’AIRE e buona fortuna.
    J+6mesi seconda ipotesi: Non si é trovato lavoro e i soldi scarseggiano, i figli dicono che a Alassio si stava meglio, vabbé clima ecologico ma c’é sempre vento e il camino fuma nel soggiorno. Telefonate all’amico che tiene la casa e gli dite che in fondo si sta bene anche in Italia tornate e buona fortuna.menez ham
    La spiaggia di Menez Ham nel comune di Kerluan vicino al rudere da ristrutturae dell’annunncio di cui sopra. Foto personale non truccata, l’acqua era “rinvigorente” quel giorno.

31 pensieri riguardo “Andare a vivere in Bretagna – come si cura la bretonite acuta

  • Buongiorno, sono una signoa in pensione. Occupo il mio tempo libero facendo miniature antiche.Mi piacerebbe trasferirmi in Bretagna, esattamente a Quimper. Vorrei sapere le difficolta che potrei incontrare nel trasferrimeno, soprattutto nel trovare un appartamento in affitto (costo) di due o tre stanze. Parlo il francese. Grazie. Ho con me un cagnolino. Io sono gia reduce da un anno di un trasferimento in Australia per avvivinarmi a mia figlia, purtroppo non è andata come speravo e sono rientrata in Italia. Come tutti sanno l’Italia è una terra bellisima, ma ormai piuttosto invivibile. Il mio sogno sarebbe quindi di potermi tasferire a Quimper. Grazie

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    • Buongiorno Stefano, potresti darmi qualche informazione riguardo al mio annuncio di trasferimento a Quimper

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      • Buongiorno Antonella ho preso qualche giorno per raccogliere le informazioni necessarie alla risposta. Premetto che ho cercato su internet e fatto qualche telefonata. Detto questo non posso garantire in assoluto le informazioni.
        – Per un appartamento di due o tre stanze in affitto ci vogliono circa 5/600 euro al mese. Visto che hai un reddito di pensione non c’è bisogno di garante ma viene richiesto un reddito pari a tre volte il canone. Nel caso di 500€/mese quindi ci vorrà un reddito di 1500€/mese. Per avere un idea degli appartamenti disponibili a Quimper puoi guardare qui: https://fr.foncia.com/location/quimper-29000
        – Essendo un cittadino dello spazio comune europeo non è richiesto permesso di soggiorno.
        – Assistenza sanitaria: ecco quello che ho trovato sul sito della Assurence maladie: “Si vous êtes retraité d’un autre pays européen et que vous venez vivre votre retraite en France, vous pouvez y transférer vos droits à l’assurance maladie.Pour ce faire, vous devez demander à la caisse du pays débitrice de votre pension le document S1 (inscription en vue de bénéficier de la couverture d’assurance maladie). Cette caisse doit ensuite l’adresser à votre caisse d’assurance maladie en France.”
        Ce document permet votre rattachement au régime français de sécurité sociale.
        Les membres de votre famille, qui vous accompagnent en France, doivent aussi demander le document S1 précité.
        – A Quimper c’è una fiorente amicale Italia Bretagna e sono sicuro che potranno dare consigli. https://www.amicaleitaliabretagne.fr

        Per finire un consiglio soprattutto se non si conosce bene la Bretagna. In un primo tempo si può pensare a un soggiorno stile vacanza prendendo un alloggio con Booking o Airbnb per qualche settimana così si può già vedere se il progetto sembra realizzabile.

        Se ci sono altre domande, noi siamo qui,
        Un saluto dalla Bretagna

        Rispondi
  • Ciao Stefano,
    mi chiamo Chiara, ho avuto la fortuna di capitare tra varie ricerche sul tuo blog e devo dire che sto trovando molte cose interessanti, grazie!
    Volevo chiederti un’informazione, avrei intenzione di passare qualche mese in Bretagna, cercando di mantenermi un minimo, ho visto che è possibile informarsi per chiedere il permesso di lavorare al massimo 3 mesi, ma non ho capito in quale sito dovrei andare o a che indirizzo eventualmente scrivere.

    PS Ho intenzione di portare anche il mio cane se riesco, non vedo l’ora di farlo correre in quelle spiagge

    Rispondi
    • Ciao Chiara, se sei italiana, in quanto cittadina dello spazio comune europeo puoi venire a lavorare in Francia senza particolari limitazioni. Mai sentito parlare di permessi di lavoro per massimo 3 mesi. Vero è che ti puoi iscrivere all’ufficio di collocamento francese (Pole Emploi) appena arrivata in Francia e poter usufruire degli aiuti alla ricerca di lavoro. Ecco la pagina dedicata all’argomento del servizio pubblico francese.
      https://www.service-public.fr/particuliers/vosdroits/F12136
      Un saluto dalla Bretagna

      Rispondi
      • Grazie Mille!
        Scusami, ho letto male io l’articolo.
        Vado subito

        Rispondi
  • Buongiorno a tutti
    sono felice di sapere che non sono l’unica ad essere malata di Bretagna, sono 26 anni che passo le vacanze in Bretagna con mio marito, sempre di 18/20 giorni, il piu’ possibile, a dopo averla vista tutta la parte per me preferita e’ la costa da Brest a Plougrescant, gli ultimi anni li abbiamo passati nella zona di Brignogan Plage e Pluescat, purtroppo quest’anno non ci e’ possibile andarci e vi assicuro che e’ un’enorme sofferenza, per fortuna siamo sempre in contatto con ci ci ha ospitati nelle gites o chambre d’hotes che ormai sono diventati amici
    La Bretagna e’ bella ….. e’ un vero angolo di paradiso dove non DEVI apparire ma SOLO essere te stessa senza fronzoli e altro, e dovi puoi assaporare la liberta’ e la bellezza della natura, cosa pienamente visibile nella bellissima Ile Ouessant
    VIVE LA BRETAGNE !

    Rispondi
    • Maria Luisa, sono delle belle parole. Mi associo, viva la Bretagna!

      Rispondi
      • Ciao. L’articolo è del 2014 e da quel momento ci sono stati molti cambiamenti, dal punto di vista climatico, immobiliare etc…
        Potresti provare ad aggiornare l’articolo con la situazione attuale?
        Sarebbe molto interessante per tutti penso, ed anche per me che da Lione sto pensando di trasferirmi in Bretagna (dopo averla visitata 3 anni di seguito)

        Rispondi
        • Fabio, hai ragione. Lo metterò in cima alla lista degli articoli da aggiornare.

          Rispondi
  • Caspita! Complimenti davvero. Un memorandum cosi’ pratico ed esaustivo in poche righe non è facile da trovare. Io sono un ragazzo di 33 anni che ha fondato una start up che si rivolge al campo agro alimentare, qui in Italia. Secondo te lei potrei avere possibilita’ di trovare un’occupazione in quel ramo, (mi va bene anche un lavoro umile inizialmente), in modo tale da ambientarmi inserirmi e poter realizzare il sogno di vivere finalmente in Bretagna, visto che mi manca dal 2010, anno in cui l’ho potuta girare ”on the road”? Intanto grazie ancora per le tantissime info utilissime.

    Rispondi
  • Ciao sono un ristoratore.e possibile aprire un ristorante italiano.e vivere con i bambini tranquillo

    Rispondi
    • Ciao Denis, penso che sia possibile aprire un ristorante italiano, e vivere tranquillo. Ma non sono un professionista del settore, come consumatore, quello che posso dire è che in Bretagna vedo ristoranti aprire e chiudere; italiani e no. Alcuni funzionano bene e altri meno. Penso che tutto sommato sia più o meno come in Italia ma ripeto non sono esperto del settore.

      Rispondi
  • Ciao Stefano e a tutti gli altri,
    sono pensionato già da qualche anno, vorrei fare una prova stabile di permanenza in Bretagna, avevo pensato a sei mesi, ma ho visto che il periodo che richiede minor impegno burocratico, nel mio caso, è quello di tre mesi: ti chiesto se conosci di quanto sia l’intertempo per poter usufruire di due periodi di tre mesi ciascuno, poiché i sei mesi sono al momento un’ipotesi che mi permetterebbe di approfondire la conoscenza degli argomenti che mi attraggono verso questo territorio. Nel frattempo come costi economici è cambiato qualche cosa rispetto a quelli che abbiamo in Italia?

    Rispondi
    • Ciao Gianni, premettendo che non sono esperto nella materia, ecco quello che ho trovato sul sito ufficiale dell’amministrazione francese :

      https://www.service-public.fr/particuliers/vosdroits/F2651 Retraité/inactif

      “inizio citazione”
      Entrée en France
      Pour entrer en France :
      vous devez être muni d’un titre d’identité ou d’un passeport en cours de validité,
      et vous ne devez pas représenter une menace pour l’ordre public.
      Conditions de séjour
      En tant qu’inactif ou retraité, vous devez :
      disposer d’une assurance maladie-maternité,
      et avoir des ressources suffisantes pour ne pas devenir une charge dans le système d’assistance sociale français.
      Votre droit au séjour sur ces 5 années peut être prouvé par tout moyen (par exemple concernant vos ressources : relevés bancaires).
      “fine citazione”
      Quindi per un pensionato con risorse sufficienti e con un assicurazione privata, non ci sono limiti particolari per l’amministrazione francese. Casomai ho letto che il fisco italiano può chiedere la prova del trasferimento effettivo in Francia dopo tre mesi “se si richiede il versamento della pensione senza le tasse”.

      “intertempo tra due periodi di 3 mesi” …..Forse non ho capito bene la tua domanda. Puoi chiarire?

      PS c’è un gruppo di italiani su Facebook magari puoi trovare le risposte anche li.

      Un saluto dalla Bretagna

      Rispondi
  • come si vive da pensionati a Vannes? Vivo in italia e vorrei trasferirmi.

    Rispondi
  • Salve, fra un paio di anni dovrei andare in pensione e sto pensando di lasciare l’ Italia per andare insieme a mia moglie nella Finistere.Che dite quanto costa la vita li? Con la pensione sarà possibile vivere li? La vita costa più dell’Italia?Grazie e a presto
    Andrea

    Rispondi
    • Ciao Andrea, parlo del Finistere del Nord. All’incirca la vita costa come in Italia; mi riferisco agli alimentari, ai vestiti e agli elettrodomestici; magari qualcosa costa di più e qualcosa di meno (benzina e gasolio per esempio) ; discorso diverso vale per gli immobili, spesso sembrano costare poco, sopratutto quelli antichi e ammalianti che si vedono in internet e che ci fanno favoleggiare, dico sembrano, perché quando poi li vedi di persona, quasi sempre necessitano di interventi importanti (impianto elettrico, idrico, tetto, serramenti, trattamenti contro l’umidità e contro i parassiti del legno) e questo fa si che alla fine, parlo per esperienza personale, quello che si è risparmiato sull’acquisto poi lo si spenda doppiamente nella ristrutturazione.
      Saluti da …………
      Luigi

      Rispondi
    • Salve Andrea, come dice Luigi, il costo della vita è più o meno lo stesso dell’Italia. Poi dipende dalla zona della Bretagna e dalla zona dell’Italia.

      Rispondi
  • Buongiorno sono parrucchiera da 30 anni circa c’è possibilità di aprire un attività jn Bretagna?grazie Roberta

    Rispondi
    • Buongiorno Roberta, le possibilità di aprire un negozio di parrucchiera? Mi dispiace, non sono un professionista del settore. Penso che le possibilità ci siano più o meno come in Italia. Forse di più nei piccoli centri o paesi. In città si vedono sempre di più firme nazionali o franchising. Con il francese come sei messa?

      Rispondi
    • Buongiorno Roberta, se posso dire la mia, ho notato che non sono pochi i negozi di acconciatura uomo /donna, soprattutto nei piccoli paesi: dove sono io, addirittura, c’e’ una parrucchiera a domicilio che fa una piccola pubblicità sul giornalino quindicinale del comune e penso che abbia anche clienti nei borghi vicini.
      Purtroppo, non conosco i requisiti necessari per aprire un negozio di acconciature in Bretagna.

      Luigi

      Rispondi
  • Gentile Stefano, intanto grazie per i preziosi consigli. Io vorrei trasferirmi dalle parti di Paimpol e in estate inizierò i primi sopralluoghi. In Italia dovrei lasciare un lavoro statale e vendere alcune proprietà. Amo da sempre la Bretagna, parlo bene la lingua francese e so fare diverse cose. Vorrei aprire un caffè italiano o un piccolo ristorante italiano, no pizzeria. Lei sa se in zona Paimpol c’è qualche associazione di italiani o conosce qualcuno in zona? Molte grazie, un caro saluto.

    Rispondi
  • Buonasera! Mi trovo a Brest per lavoro! Qui dovrò trascorrere 2 mesi per lavoro…c’è qualche Italiano a Brest che può contattarmi?

    Rispondi
  • Gentile Stefano,
    sono giunto a leggere con estremo interesse i suoi articoli sul vivere in Bretagna proprio perché affetto da “bretonite”, e sento fortemente il desiderio di trasferirmi a vivere in questi posti meravigliosi.
    Ho preso nota del suo “piano strategico”, e sto cercando di farne uno mio.
    In Italia faccio lo psicologo, lavoro in uno studio privato, ma so fare tante altre cose. Ma pur di vivere nel Finistére accetterei qualsiasi proposta.
    Secondo la sua opinione potrei essere avvantaggiato con la mia professione?
    Mi farebbe molto piacere poter scambiare con lei ulteriori pareri e idee.
    Grazie intanto per farci da “faro”.
    Cordialmente,

    Claudio S.

    Rispondi
    • Claudio, grazie per i complimenti,
      due appunti: in tempi di crisi di offerta lavoro, perché anche in Bretagna c’è la crisi, meglio avere un profilo specifico piuttosto che generico. Il “posso fare tutto” può essere interpretato come “non so fare niente”. Cercando alla voce “psicologo” nel sito di Pole Emploi si ottengono 20 offerte di lavoro in Bretagna, può essere un punto di partenza. https://candidat.pole-emploi.fr/candidat/rechercheoffres/resultats/A_psycologue_REGION_53___P__________INDIFFERENT_______________________
      Il secondo appunto è che mi sembra indispensabile la conoscenza approfondita della lingua parlata e anche scritta.
      Va bene lo scambio epistolare meglio via mail.
      Un saluto dalla Bretagna

      Rispondi
  • Buongiorno, ho letto i suoi consigli e li ho trovati molto utili e preziosi, ho ricevuto un’offerta di lavoro a Vannes da una ditta molto seria e se possibile vorrei informazioni sul clima, in quanto al riguardo ho trovato poche informazioni, del tipo clima mediterraneo simile alla città di Genova, temperature min 4, max 24.
    Io sono di Brescia mi sembra di aver capito che lei è circa delle mie zone quindi chi meglio di lei può fare un paragone calzante.
    Spero di non recare disturbo e la ringrazio anticipatamente distinti saluti Francesco.

    Rispondi
  • Credo che sia la terra del mito, forse una conquista dell’anima bambina, forse un desiderio dell’uomo adulto, forse voglia irrefrenabile di respirare oceano e vento.f

    Rispondi

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